TUTTO IN FAMIGLIA

Un articolo del Sole 24 Ore di qualche tempo fa metteva in luce l’anima “sana” del sistema produttivo italiano. Sono le aziende familiari. Un fenomeno alla base del cosiddetto “made in Italy” e di dimensioni ragguardevoli (le imprese familiari rappresentano circa l’85% del totale delle imprese e il 50% di quelle con fatturato superiore ai 50 milioni). Un fenomeno fatto di realtà basate su un solido sistema valoriale che ha permesso loro di crescere quasi costantemente di generazione in generazione e di saper “reggere” anche in questo periodo di crisi virulenta.

Sull’argomento è tornata in questi giorni la Harvard Business Review  che ha cercato di carpire il segreto di un tale costante e inossidabile successo. Attenzione, non stiamo parlando soltanto di aziende artigianali o di dimensioni microscopiche: pensiamo soltanto, per quanto riguarda l’Italia, ai colossi della moda o dell’agroalimentare. Alcuni, come Ermenegildo Zegna, sono ormai alla quinta generazione. Altre realtà sono decisamente più giovani. Tutte, in ogni caso, sono strutturate su un modello imprenditoriale basato sulla resilienza, ovvero sulla capacità di mantenere il proprio equilibrio anche in condizioni particolarmente avverse o traumatiche, come quelle che stiamo vivendo in questi ultimi anni.

Il loro segreto? Innanzitutto la focalizzazione su obiettivi di lungo periodo, anche a costo di trascurare opportunità che potrebbero essere vantaggiose nel breve termine. Ma soprattutto le imprese familiari hanno un atteggiamento che la Harvard Business Review definisce “frugale”, sia quando il vento è a favore, sia – a maggior ragione – quando è avverso. Poi tengono alta l’asticella per le spese di capitale. Sanno guardare lontano, sia in termini di internazionalizzazione, sia per quanto riguarda la diversificazione. Sono inoltre sempre estremamente attente al controllo della loro posizione debitoria. Infine, sanno trattenere i talenti meglio dei loro concorrenti “ad azionariato diffuso”.

Certo, si tratta di caratteristiche che sono nel DNA di ogni imprenditore familiare, che dal momento della nascita sa che quanto è stato faticosamente costruito dai suoi genitori dovrà essere conservato, migliorato e perfezionato per le generazioni a venire. Ed è una responsabilità a cui nessuno di loro si sottrarrebbe mai. Ma è anche un modello da imitare a 360°. I ricercatori harvardiani hanno infatti rilevato un buon numero di aziende che, pur non essendo a struttura familiare, si sono conformate a questo paradigma. Registrando, senza eccezioni, performance di tutto rispetto.

Categorie: Blog

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Informazioni sull'autore/i

Silvia Carena
Silvia Carena
PR Manager
Data di pubblicazione:
26.03.2013